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AUTOART JAGUAR D-TYPE LE MANS WINNER 1955

jaguar

Abituati ad una produzione slottistica che, oramai, nel settore della “plastica” vede un sempre maggior impegno verso il settore “racing” , magari con un pò di sacrificio per la cura nella riproduzione estetica, vedere questo modello lascia veramente a bocca aperta.

jaguar autoart

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Una piccola riflessione deve essere dedicata ai produttori moderni di modelli slot, che riescono a mettere sul mercato modelli “dinamici” a prezzi a volte anche inferiori ad equivalenti statici, cosa veramente strana se si considera lo studio e la realizzazione tecnologica che una slot richiede in più rispetto ad un modello destinato a trascorrere la sua vita in vetrina.

Questa Jaguar è veramente fatta bene, considerando anche lo studio per la meccanica, con motore obbligato ad una installazione anteriore per questioni di spazio e relativa prolunga per avere la trazione posteriore, nonché la presenza dell’impianto luci!
Certo, essendo una riproduzione reale, le sue dimensioni esterne e quelle delle gomme la rendono ben difficilmente utilizzabile con i regolamenti delle gare più in uso, considerando anche che il Classic nazionale parla di produzioni dal 1960 e questo modello riproduce la Jaguar del 1955.

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La riproduzione è fedele anche nelle carreggiate, che all’anteriore segna 48 mm ed al posteriore, addirittura inferiore, 43 mm.
Il motore utilizzato sembra un “tranquillo” Mabuchi del tipo montato sulle Classic Fly (anche se ha una striscia rossa, verificheremo in pista), corona e pignone sono in plastica e a mano sembrano ben accoppiati, i due assali girano su buone boccole in ottone, come anche la prolunga dell’asse del motore.
Le gomme hanno una mescola abbastanza morbida, ma compatta, e hanno una larghezza difficilmente aumentabile visto lo spazio disponibile…..
Grande lavoro di schermatura anti-disturbi sul motore con condensatori ed induttanze.
La carrozzeria, peraltro abbastanza leggera e bassa, si può separare dal telaio facilmente staccando un mini-connettore che porta l’alimentazione all’impianto delle luci.

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La presenza di “spazzole” abbastanza dure (nella confezione sono presenti anche 2 pick-up a ricambio già completi di contatti striscianti) conferma la destinazione per un utilizzo casalingo con l’uso del magnete, posizionato verso l’asse posteriore, per cui sarà garantito il contatto alla pista e dovranno durare a lungo.
Sono due le viti che tengono la carrozzeria al telaio, allentandole si ottiene comunque un buon basculamento in caso di necessità.

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Ma andiamo in pista:
l’effetto estetico è sicuramente accattivante, anche grazie alle luci.
Mantengo il magnete, dato che sarebbe difficile un utilizzo senza, ma la guida si mantiene divertente, anche se la scodata è assolutamente vietata!
Così stretta di carreggiata e di gomme, la scelta è obbligata.
L’unico intervento richiesto riguarda i contatti striscianti: quelli di scatola sono veramente “di legno” , evidentemente studiati per un utilizzo duraturo.
La sostituzione con i morbidi MB consente una scorrevolezza molto naturale, che quasi non sembra di guidare con il magnete.
Uno nota per motore e trasmissione: il primo consente buon scatto e frenata, nonché un discreto “dritto”.
E con le luci, il piacere di guidarla è completo.

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